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Trieste

URSUS

Oltre duemila tonnellate di peso, una gru di 80 metri d’altezza e il valore storico incutono rispetto per questo gigante del mare. La sua imponente silhouette ne fa un simbolo dell’archeologia industriale di Trieste, perfetto per ricordare alla città il suo destino di porto commerciale. Varato nel 1914, ma completato solo nel 1931 a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, nei primi anni di attività l’Ursus viene adoperato nei cantieri navali per l’imbarco di pesanti carichi sulle navi del porto e per l’esecuzione di opere marittime in mare o sul fronte mare, dimostrando in ogni occasione di essere una perfetta combinazione tra flessibilità e potenza.

Nel secondo dopoguerra l’Ursus resta quanto mai attivo: con la pulizia dei relitti rimasti nel golfo, la rimozione delle reti antisommergibile e la ricostruzione delle banchine, dà un contributo significativo alla ripresa dell’economia portuale triestina. La lunghezza del braccio della gru, unica nel suo genere, gli garantisce inoltre una certa sicurezza nel maneggiare le mine lascito del conflitto. Negli anni ‘50 è proprio l’Ursus a permettere il traffico di carichi eccezionali raramente “trasportabili” negli altri porti d’Europa.

Fino al suo pensionamento negli anni ‘90 continua a lavorare instancabilmente in tutto il Golfo di Trieste, rendendosi disponibile per qualunque compito. Nel 2004 si opta per la sua demolizione, ma fortunatamente il forte interesse del mondo della cultura archeologica industriale nonché degli stessi cittadini di Trieste ne assicurano la conservazione. Il pontone passa prima alla “Guardia Costiera Ausiliaria del Friuli Venezia Giulia” e in seguito all’Autorità Portuale.

Photo Credits: Alessio Briscich, Port Authority

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