Patrimonio
Monumenti Cittadini
Paesaggi Portuali
Oggetti/Icone/Design
Culture Marinare

Il patrimonio fisico rappresenta il filo visibile che collega i porti di Ancona, Ravenna, Venezia, Trieste, Rijeka, Zara, Spalato e Dubrovnik. Sebbene ogni porto abbia una propria storia complessa e per molti versi unica, il loro patrimonio fisico racconta una storia diversa, ovvero quella di porti che, nel corso di lunghi anni di sviluppo, hanno affrontato e superato le stesse sfide e difficoltà.

I monumenti cittadini fungono da ricordo fisico della ricca e turbolenta storia dei porti adriatici. L’Impero Romano è stato il primo a controllare il mare Adriatico. Sebbene molte città esistessero già prima dell’epoca romana, è stata la loro incorporazione nell’Impero Romano a permetterne lo sviluppo. L’imperatore Traiano scelse il porto di Ancona come punto di partenza per le sue guerre contro i Daci e, per rendergli omaggio, il Senato cittadino eresse il monumentale Arco di Traiano, che rappresenta oggi un magnifico ricordo dell’importanza del mare Adriatico durante l’Impero Romano. Nel Medioevo, dopo la caduta dell’Impero Romano, le città costiere dell’Adriatico erano governate da vari imperi, stati e regni e solo alcune, come Venezia e Dubrovnik, erano riuscite a rimanere indipendenti. Ma per mantenere la loro indipendenza, queste due città dovevano sviluppare delle economie forti e dei solidi sistemi difensivi. Grazie agli eccellenti servizi infrastrutturali forniti presso i suoi fondaci, nel Medioevo Venezia divenne uno dei centri commerciali più importanti del mondo. Dubrovnik, dal canto suo, sviluppò un formidabile sistema di fortificazioni a protezione del suo porto. Le mura oggi visibili nella città sono state interamente costruite nel XIII secolo, con successivi interventi di ammodernamento fino al 1660. Le mura sono lunghe quasi 2 km e sono costituite da varie torri e costruzioni fortificate. Nella storia recente, i porti adriatici sono diventati ancora più importanti per lo sviluppo delle città, soprattutto durante e dopo la Rivoluzione Industriale. Con i suoi magazzini, i suoi resti della centrale idrodinamica e il suo pontone-gru Ursus, il vecchio porto di Trieste rappresenta un esempio eccellente dell’architettura dei porti industriali europei del XIX secolo. Le torri Hamon di Ravenna, immortalate nella scena finale del film “Deserto Rosso” di Michelangelo Antonioni (1964), hanno assunto nel corso degli anni un enorme significato simbolico, fino a diventare, da ultimo, un simbolo del passato industriale di Ravenna.

Ognuno degli otto porti presenta un paesaggio portuale particolare, caratterizzato da vecchi monumenti che coesistono con nuovi edifici creando paesaggi urbani unici, da dighe foranee che proteggono i porti, da edifici storici che ospitano la sede delle Autorità Portuali, da fortificazioni che un tempo difendevano i porti e sono oggi divenute una componente fondamentale dell’architettura urbana e da fari che salvaguardavano sia i porti che le navi. Le Autorità Portuali di Rijeka, Trieste e Venezia hanno sede in degli edifici ottocenteschi. La Torre del Lloyd di Trieste faceva parte dell’Arsenale del Lloyd Austriaco ed è stata realizzata in stile neogotico con pietre provenienti dalle cave di Pola. La Torre del Lloyd oggi ospita la sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale. L’attuale sede dell’Autorità Portuale di Venezia, costituita da due edifici situati nell’area portuale di Santa Marta, è stata costruita ai tempi dell’espansione di Venezia, mentre l’edificio amministrativo del porto di Rijeka è stato eretto nel punto in cui sorgeva un magazzino portuale, poi demolito, affacciato sul molo Zichy. Le mura cittadine di Zara, che un tempo proteggevano il porto, oggi offrono una vista impareggiabile del porto da un punto di osservazione più elevato. Un punto di osservazione analogo del primo porto industriale d’Italia è rappresentato dalla Venice Heritage Tower, realizzata sulle sponde della laguna nel 1917. Il faro dell’isola di Palagruža, uno dei più grandi e antichi della Dalmazia, si staglia al centro del mare Adriatico tra le coste italiane e croate e per quasi 150 anni ha protetto le navi che solcavano il mare aperto, mentre un faro in ferro situato sulla diga foranea di Rijeka agevolava la navigazione in prossimità del porto. Le dighe foranee “Benigno Zaccagnini” e “Luciano Cavalcoli” di Ravenna, costruite sulla terraferma per facilitare le manovre delle navi, proteggono l’imboccatura del canale e del porto stesso.

L’area adriatica è stata la patria di molte menti eccelse che consideravano la conoscenza come l’unico potere che non ci può essere sottratto. Sulle coste del mare Adriatico sono state concepite molte invenzioni di fama mondiale, legate soprattutto al mare e alle navi. Il primo siluro è stato inventato nel 1866 a Rijeka, rendendo nota in tutto il mondo non solo la città in sé ma anche l’intera area adriatica. Un’altra invenzione importante brevettata a Rijeka è stato il giroscopio, un dispositivo concepito per la guida del siluro. Ben prima dell’invenzione del siluro, le tradizionali imbarcazioni in legno e le navi mercantili prodotte a Dubrovnik, come la Caracca di Dubrovnik, venivano dotate di cannoni per difendersi contro i pirati. Alcune imbarcazioni, come la falkuša originaria dell’area più vasta di Spalato, sono diventate un’icona del passato. La falkuša è divenuta talmente obsoleta da dover essere recuperata dal fondo degli abissi. L’ultima gajeta falkuša, la Cicibela, ha fatto naufragio nel 1986 ed è ora esposta al Museo dei Pescatori.

Le popolazioni della costa adriatica hanno sempre considerato le culture marinare come parte del loro patrimonio. Il mare è sempre stato visto come meraviglioso e pericoloso al tempo stesso. Offrendo cibo, sale e protezione, il mare forniva alle popolazioni tutto ciò di cui avevano bisogno per vivere, così in cambio esse hanno creato molteplici opere d’arte aventi come protagonista il mare, tra cui opere letterarie, poetiche, cinematografiche, teatrali, artistiche e musicali, nonché, cosa più importante, delle imbarcazioni uniche. La costruzione di navi sulla costa adriatica è iniziata ancor prima dell’epoca romana e ha visto la realizzazione di imbarcazioni che incorporavano tutti i tipi di innovazioni utili provenienti dal Mediterraneo, ma sapientemente adattate per soddisfare le esigenze locali tenendo conto anche delle peculiarità meteorologiche e idrografiche dell’Adriatico orientale. Serillia, un’imbarcazione tradizionale in legno scoperta nei pressi di Zara e risalente al II-III secolo a.C., rappresenta una delle navi più antiche dell’Adriatico di cui si abbia notizia. Più a nord, a Rijeka, il veliero Krk, risalente al XII-XIII secolo, divenne uno dei velieri mercantili più importanti dell’area. Molto più tardi, durante il suo viaggio a Venezia nel 1321, il grande poeta Dante rimase affascinato dall’Arsenale di Venezia, sede dei cantieri in cui i Veneziani costruivano la loro incredibile flotta. La cantieristica moderna è visibile presso il porto di Ancona, la cui enorme gru a portale bianca e rossa rappresenta un’icona della città che accoglie i viaggiatori che giungono in porto.

Scopri
di Più
Clicca sulle foto per scoprire i porti ed entrare nel loro museo virtuale
Ancona
Venezia
Ravenna
Trieste
Rijeka
Dubrovnik
Spalato
Zara