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Trieste

IL MUSEO DELLA COMUNITÀ EBRAICA DI TRIESTE “CARLO E VERA WAGNER”

Il Museo “Carlo e Vera Wagner” fu inaugurato nel 1993 e come sede fu scelto un edificio dichiarato sito d’interesse nazionale, rivestendo un particolare significato storico per la Comunità ebraica triestina.

In via del Monte 5-7, tra Sette e Ottocento, funzionò un ospedale israelitico i cui locali vennero in seguito utilizzati per ospitare le migliaia di profughi in fuga, prima dall’antisemitismo zarista e poi dal nazismo, che attraverso il porto di Trieste raggiungevano la Palestina britannica o le Americhe. La città, per il ruolo che ebbe tra le due guerre, si guadagnò il nome di Shaar Zion, Porta di Sion.

Nel 2014-15, la Comunità ha svolto un’opera di riallestimento complessivo e oggi il Museo offre al pubblico un vasto allestimento permanente – riguardante storia, religione e cultura – sui primi due livelli, e uno spazio per le mostre temporanee al terzo livello. Presente anche uno spazio conferenze sito al primo piano di via del Monte 7 e capace di 80 posti. Su una terrazza esterna si trova un orto lapidario, che espone resti del vecchio Cimitero ebraico e del Ghetto, oltre a due vasche settecentesche per la purificazione rituale. Il patrimonio esposto nel Museo attinge alla vasta collezione di Judaica della Comunità ebraica triestina, con oggetti di arte rituale raccolti a seguito dello smantellamento delle antiche Sinagoghe presenti in città.

Le collezioni si compongono di argenti (di particolare pregio quelli settecenteschi eseguiti a Venezia) tessuti, documenti e libri che testimoniano la vita ebraica sia nella dimensione comunitaria sia in quella famigliare. Nei nomi degli antichi proprietari e donatori di questi oggetti – il più antico, una piastra da Sefer, risale al 1593 – riecheggiano le grandi famiglie ebraiche triestine, protagoniste della storia cittadina.

Sono inoltre visibili alcuni documenti storici di grande importanza, come un libro dei pegni di metà Seicento, le Patenti sovrane concesse nel 1771 dall’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo e l’ampia documentazione riguardante la storia e la memoria degli ebrei triestini deportati nei campi di sterminio durante la Shoah. Toccante la raccolta degli oggetti personali razziati dai nazisti: ritrovati dagli alleati alla fine della guerra, furono spediti a Roma, dove per decenni rimasero dimenticati, e furono restituiti alla Comunità solo nel 2000. L’allestimento è arricchito da diversi contenuti multimediali ed è presentato interamente in doppia lingua italiano-inglese.

Il Museo ha particolarmente a cuore il rapporto con il mondo della scuola: dalla formazione dei docenti, per i quali organizza annualmente dei corsi di aggiornamento, all’accoglienza fornita a scolaresche di ogni ordine e grado. Gode infine di un rapporto privilegiato con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste con cui è in vigore una convenzione.

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