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Area di Santa Marta e San Basilio, il porto ottocentesco

Con la realizzazione del ponte ferroviario nel 1846, la stazione marittima, l’Officina del gas, i Magazzini Generali e il Cotonificio furono tra le principali attività industriali e portuali che dalla seconda metà dell’Ottocento occuparono le aree tra Santa Marta e il Campo di Marte.

La superficie coperta era di circa 26.000 mq, suddivisa in 9 magazzini e altri edifici di modeste dimensioni adibiti ad uffici di Punto Franco, del Provveditorato al porto, dell’Ispettorato della Finanza, di Polizia e ad altri usi di servizi portuali. La loro struttura era costituita da elementi verticali in mattoni e colonne in ferro, con solai e coperture in legno. Nel quartiere si trovavano le strutture e gli impianti connesse alla più vasta costruzione del nuovo porto di Venezia di allora.

L’evoluzione del naviglio e le mutate esigenze infrastrutturali e di servizi della logistica di mare e di terra portano al progressivo trasferimento in Terraferma (Marghera) delle attività portuali legate alle merci e con ciò l’abbandono di aree ed edifici siti in quest’area periferica della città storica.

A partire dal 2000, la nuova Authority (Autorità Portuale di Venezia, oggi Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale), istituita alla fine del Novecento, con competenza anche di valorizzazione delle aree del demanio marittimo, ha avviato un processo di riqualificazione e riconversione di quest’area del waterfront cittadino sperimentando una convivenza simbiotica tra anima urbana e portuale di questo spazio di cerniera. A partire dall’abbattimento del muro di separazione tra porto e città e pedonalizzazione dell’area per poi passare alla riconversione degli storici magazzini di stoccaggio in sedi di uffici di attività legate al mondo portuale (tra i quali anche la Guardia Costiera e l’Autorità di Sistema Portuale), a centri di formazione sulle professioni del mare e della logistica, fino ad aprire all’insediamento di sedi universitarie e spazi espositivi e culturali.

Il Museo Virtuale dei porti di Venezia e Chioggia trova nel waterfront di Santa Marta il suo centro di interpretazione primario per rendere esplicita l’eredità storica del patrimonio industriale e portuale: un caleidoscopio delle interazioni tra città e acqua, tra reale e digitale, tra passato e futuro.

Scopri una prospettiva unica dalla torre dell’ex Cotonificio Veneziano, oggi sede dell’università di architettura, ma fino ai primi del ‘900 sede di una delle più importanti fabbriche della città: la Società Anonima Cotonificio veneziano impiegava infatti 920 addetti (di cui 697 donne) per lavorare seta, cotone e lana.

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Audio descrittivo Santa Marta e San Basilio
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